Genius loci
IL TEMPO HA UN LUOGO
Il Genius loci è lo spirito di un luogo che è unico per il suo carattere. Se nessuno lo disturba, lo spirito del luogo vive in eterno. Acquisisce nei vigneti di Tenuta San Guido le forme più affascinanti: dalle antiche piante di ulivo alle querce secolari, alle pietre ciottolose e tutto intorno la macchia mediterranea, con i suoi profumi la sua fragranza, le suggestioni che questo luogo suscita.
Il Patrimonio Agrario
“La natura risponde all’uomo riconoscente delle cure ricevute.”
Mario Incisa vede nell'agricoltura un disegno divino, che va rispettato e assecondato, interpretando i segni del tempo e delle stagioni. La sua spiritualità si riflette ancora oggi nelle vigne e oltre.
Il Patrimonio Architettonico
GLI EDIFICI STORICI CHE DIALOGANO COL PRESENTE
Tenuta San Guido è il luogo in cui si ritrova la tranquillità di un tempo sospeso: il Genius loci è il suo respiro, la perfetta integrazione di diversi stili, il suo linguaggio.
Il Genius loci risiede nello spazio di un’unica proprietà dove convivono motivi e stili differenti, perfettamente integrati: le architetture delle vecchie dimore, degli edifici di lavoro, della scuderia, delle cantine, quasi nascoste nella loro imponenza funzionale, fino alla rocca medievale di Castiglioncello di Bolgheri.
Il Genius loci risiede nello spazio di un’unica proprietà dove convivono motivi e stili differenti, perfettamente integrati: le architetture delle vecchie dimore, degli edifici di lavoro, della scuderia, delle cantine, quasi nascoste nella loro imponenza funzionale, fino alla rocca medievale di Castiglioncello di Bolgheri.
La Storia
La moralità imprenditoriale
IL TRASFERIMENTO A BOLGHERI E LE PRIME INTUIZIONI
Dopo il matrimonio con Clarice della Gherardesca, Mario Incisa aveva preso a venire a Bolgheri con la famiglia per le vacanze estive, ma nel dopoguerra comincerà a guardare a questa terra con altri occhi e a pensare ad un trasferimento definitivo a Bolgheri. Per prima cosa c'era da riorganizzare la Tenuta San Guido, poco alla volta riesce a mettere in piedi una economia diretta e avvia una produzione razionale di grano tenero, frutta e ortaggi per il mercato svizzero e bulbi di gladiolo per l'Europa e l'America. Produce inoltre foraggio per i bovini e per l'allevamento dei cavalli da corsa che decide di trasferire interamente a Bolgheri. Siamo agli albori di quella economia integrata che ancora oggi è alla base dei processi di lavorazione in ogni comparto di Tenuta San Guido.
Il Territorio
Saper osservare e guardare lontano
UN TERRITORIO ESTESO PER TREDICI CHILOMETRI DAL MARE ALLA COLLINA
Non sfugge a Mario Incisa la peculiarità di un vasto terreno che dal mare e si estende fino alle colline. Non passano inosservate le vigne magre di collina, poco più che orti colonici, che promettono gran bene per posizione e terreno. E’ impressionato da quella lingua di terreno dotata di un fondo speciale, misto di sabbia e argille, che corre su entrambi i lati lungo il viale dei cipressi. Questa porzione di azienda diverrà di lì a breve una magnifica pista di allenamento per i purosangue.
Il Territorio
Sapienza antica
LE COLTURE TRADIZIONALI
Il Genius loci abita nelle colture tradizionali di grano, di avena e leguminose, essenziali per sostenere un’economia coscienziosa. Prospera e progredisce, rendendo i terreni fertili, generando foraggi per gli animali, fieno per i cavalli, suoli ricchi e generosi.
Il Territorio
Le architetture
IL CASTELLO DI CASTIGLIONCELLO DI BOLGHERI
Nel Medio Evo quando Castiglioncello fu costruito, si suppone intorno al 780, era conosciuto come “Monte Oliveto”. La sua posizione ne fece in principio un perfetto eremo ed in seguito una fortezza difficilmente espugnabile.
Passato di proprietà molte volte durante la sua esistenza, fu spesso dei conti della Gherardesca fino al '400, e successivamente passò ai Soderini ed agli Incontri.
Il conte Cammillo della Gherardesca lo ricomprò nel 1801 proprio dagli Incontri, marchesi volterrani, che lo avevano a loro volta acquistato dal Monte di Pietà di Firenze, col quale la famiglia Soderini, proprietaria di Castiglioncello dal 1441, aveva contratto un debito inestinguibile.
A testimoniare il passaggio di queste famiglie nei secoli vi sono la fonte battesimale della chiesa di San Bernardo, e lo stipite di una porta, entrambi recanti gli stemmi Incontri e Soderini incisi nella pietra. Questi si ritrovano anche nella sala d’armi, dipinti tra gli stemmi di tutti i proprietari.
Il Castello di Castiglioncello, nelle sue molteplici sfaccettature, è stato adibito a cantina del primo vigneto del Sassicaia, che gli è sottostante.
Passato di proprietà molte volte durante la sua esistenza, fu spesso dei conti della Gherardesca fino al '400, e successivamente passò ai Soderini ed agli Incontri.
Il conte Cammillo della Gherardesca lo ricomprò nel 1801 proprio dagli Incontri, marchesi volterrani, che lo avevano a loro volta acquistato dal Monte di Pietà di Firenze, col quale la famiglia Soderini, proprietaria di Castiglioncello dal 1441, aveva contratto un debito inestinguibile.
A testimoniare il passaggio di queste famiglie nei secoli vi sono la fonte battesimale della chiesa di San Bernardo, e lo stipite di una porta, entrambi recanti gli stemmi Incontri e Soderini incisi nella pietra. Questi si ritrovano anche nella sala d’armi, dipinti tra gli stemmi di tutti i proprietari.
Il Castello di Castiglioncello, nelle sue molteplici sfaccettature, è stato adibito a cantina del primo vigneto del Sassicaia, che gli è sottostante.
Il Territorio
Gli edifici religiosi
L’ORATORIO DI SAN GUIDO
L'edificio raffigurato sull'etichetta del Guidalberto si trova in fondo al Viale dei Cipressi di Bolgheri. Venne costruito da Simone Maria della Gherardesca nel 1703 in onore a Guido della Gherardesca (Pisa, 1060 - Pisa, 20 maggio 1140 † Beato), e fu realizzata dal mastro scalpellino di origine fiesolana Romolo della Bella.
L'idea era quella di dotare la zona di un oratorio per l'assolvimento del precetto festivo, specialmente durante il periodo delle grandi lavorazioni, quando le soste dovevano essere ridotte al minimo, per i costi e i pericoli della malaria.
La costruzione, inoltre, avrebbe portato decoro e sicuro beneficio alla carriera del nipote Tommaso, già divenuto nel 1700 vicario generale, e nel 1702 vescovo di Fiesole. Qualche mese dopo la costruzione della chiesina, il 12 novembre 1703, il vescovo Tommaso Bonaventura fu difatti nominato arcivescovo di Firenze.
L'idea era quella di dotare la zona di un oratorio per l'assolvimento del precetto festivo, specialmente durante il periodo delle grandi lavorazioni, quando le soste dovevano essere ridotte al minimo, per i costi e i pericoli della malaria.
La costruzione, inoltre, avrebbe portato decoro e sicuro beneficio alla carriera del nipote Tommaso, già divenuto nel 1700 vicario generale, e nel 1702 vescovo di Fiesole. Qualche mese dopo la costruzione della chiesina, il 12 novembre 1703, il vescovo Tommaso Bonaventura fu difatti nominato arcivescovo di Firenze.
Il Metodo
Osservare le cose, dialogandoci
Tutti a Tenuta San Guido contribuiscono a preservare con responsabilità l’ecosistema, rispettando la natura, la biodiversità e l’agricoltura integrata. Perseguire la qualità significa valorizzare la natura e trarre da essa tutto il meglio.
Il lavoro in scuderia
Il lavoro in campagna
Il lavoro in falegnameria
Il lavoro in cantina
Il lavoro nel rifugio
Il lavoro in officina