Rifugio Faunistico
NEL 1959 NASCE IL RIFUGIO FAUNISTICO PADULE DI BOLGHERI
“In principio fu Bolgheri.
Poi venne il WWF Italia”.
Fulco Pratesi
Poi venne il WWF Italia”.
Fulco Pratesi
Le Origini
Il padule di Bolgheri
La storia del padule di Bolgheri, che è oggi un’oasi affiliata al WWF di proprietà di Tenuta San Guido, è legata alla storia del marchese Mario Incisa della Rocchetta, naturalista lungimirante che nel 1959 trasforma una parte dell’azienda di famiglia in un Rifugio Faunistico per la fauna selvatica legata alle zone umide. Nasce così il Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri, a lui intitolato, poi formalizzato dal WWF e consacrato da una visita di Filippo di Edimburgo nel 1965, anno in cui Mario Incisa viene nominato Presidente del WWF italiano.
Mantiene questa carica, negli ultimi anni in forma onoraria, fino alla sua morte nel 1983. Da allora Bolgheri conserva tutta la bellezza paesaggistica e la biodiversità tipiche della media-alta maremma toscana.
Mantiene questa carica, negli ultimi anni in forma onoraria, fino alla sua morte nel 1983. Da allora Bolgheri conserva tutta la bellezza paesaggistica e la biodiversità tipiche della media-alta maremma toscana.
Le Origini
LA STORIA E L’AMBIENTE
Una palude d'acqua dolce
Il Rifugio Faunistico di Bolgheri è un raro esempio di ambiente costiero e retrodunale ancora ben conservato lungo la costa toscana. La parte più importante è legata alla presenza di una zona umida ad andamento stagionale, alimentata esclusivamente dalle piogge autunnali ed invernali, non potendo contare sugli apporti idrici di un immissario. Si tratta di 80 ettari di palude d’acqua dolce, circondata da 440 ettari tra bosco allagato, prati umidi, incolti, pascoli e coltivazioni.
Le Origini
La flora e la fauna
LA TUTELA COME IMPERATIVO
Il Rifugio Faunistico tutela un bosco allagato a frassino ossifillo, rarissimo ormai in Toscana, vaste praterie umide, un bosco costiero (tombolo), la duna e l’arenile. Ci sono anche aree destinate a colture di tipo estensivo (cereali e foraggi) ed estesi prati-pascoli naturali per l’allevamento di bovini ed al riposo di cavalli a fine carriera.
Il susseguirsi di habitat naturalmente connessi ma straordinariamente diversi, permette di osservare una grande varietà di piante ed animali, in particolare gli uccelli, qui censiti in oltre 250 specie.
Il susseguirsi di habitat naturalmente connessi ma straordinariamente diversi, permette di osservare una grande varietà di piante ed animali, in particolare gli uccelli, qui censiti in oltre 250 specie.
La Storia
Le bonifiche dell’Alta Maremma tra fine Settecento e Ottocento
I sistemi di bonifica adottati per la zona costiera da Bolgheri a Vada
Siamo nel 1789 quando, nella Reale Toscana di Cecina, il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo attua delle bonifiche con l’idea di far rinascere un villaggio sul mare, sconfiggere i miasmi insalubri e riattivare l’agricoltura, le arti e i commerci, interrotti con la fine del Marchesato di Carlo Ginori. Il Granduca provvede anche a far dicioccare il litorale del mare lungo la via dei Cavalleggeri.
Il tentativo di Pietro Leopoldo viene abbandonato e poi ripreso nel 1828 dal Granduca di Toscana Leopoldo II. Per le nuove esigenze della Reale Tenuta di Cecina si rende infatti necessario suddividere la Maremma in poderi, sconfiggere definitivamente le pestilenze malariche e ripopolarla. Viene anche impiantata una pineta costiera a pino domestico per ricavarne pinoli e resina, merci preziose per i commerci.
Il tentativo di Pietro Leopoldo viene abbandonato e poi ripreso nel 1828 dal Granduca di Toscana Leopoldo II. Per le nuove esigenze della Reale Tenuta di Cecina si rende infatti necessario suddividere la Maremma in poderi, sconfiggere definitivamente le pestilenze malariche e ripopolarla. Viene anche impiantata una pineta costiera a pino domestico per ricavarne pinoli e resina, merci preziose per i commerci.
Il Territorio
Gli habitat contigui ma straordinariamente diversi del Padule di Bolgheri
abitati da una grande varietà di animali
Nei campi e nei pascoli è facile osservare gli aironi guardabuoi a stretto contatto con vacche e cavalli, ma anche lepri, cinghiali, caprioli e daini ben visibili negli spazi aperti; in cielo, e soprattutto in primavera, gli inconfondibili voli canori di allodola, oltre a rondone, rondine, ghiandaia marina, upupa e numerose altre specie. Tra i rettili da segnalare la presenza di una importante popolazione di testuggine palustre
Nella macchia intricata trovano rifugio cinghiale, istrice, faina, moscardino, riccio e volpe, che svolge all’interno del rifugio una importante azione di controllo di roditori, oltreché di predazione di animali malati o distruzione di carcasse. È recente l’arrivo del lupo, a riequilibrare la popolazione degli ungulati.
Nella macchia intricata trovano rifugio cinghiale, istrice, faina, moscardino, riccio e volpe, che svolge all’interno del rifugio una importante azione di controllo di roditori, oltreché di predazione di animali malati o distruzione di carcasse. È recente l’arrivo del lupo, a riequilibrare la popolazione degli ungulati.
Il Metodo
La cicogna bianca
CIOCCO E DUNA
A dominare i pascoli, sulla piattaforma installata su un palo elettrico, dal 2008 nidifica una coppia di cicogna bianca, tornata a riprodursi in questo territorio dopo circa 200 anni di assenza: Ciocco e Duna.
La coppia è composta da un maschio selvatico e da una femmina nata in un centro di riproduzione, riconoscibile per la presenza di anello metallico applicato alla zampa. Sino alla stagione riproduttiva 2021 sono nati complessivamente 40 pulcini, tutti felicemente involati. Il nido viene ristrutturato ogni anno ed è un vero “condominio”, moltissime coppie di passera d’Italia nidificano infatti nell’intreccio delle ramaglie.
La coppia è composta da un maschio selvatico e da una femmina nata in un centro di riproduzione, riconoscibile per la presenza di anello metallico applicato alla zampa. Sino alla stagione riproduttiva 2021 sono nati complessivamente 40 pulcini, tutti felicemente involati. Il nido viene ristrutturato ogni anno ed è un vero “condominio”, moltissime coppie di passera d’Italia nidificano infatti nell’intreccio delle ramaglie.
Il Metodo
La cura e la manutenzione
LE LEGGI DELLA NATURA
La cura del Rifugio Faunistico implica una forte passione per la natura e il saperla ascoltare e una profonda competenza in materia. Numerose le opere di manutenzione, dalla costruzione e manutenzione dei ponti di attraversamento dei canali al ripristino di aree che hanno subito danneggiamenti per via dei capricci della stagione, alla scrupolosa predisposizione di ambienti che possano ospitare gli animali (per esempio il nido delle cicogne), alla osservazione e monitoraggio delle specie animali e della flora.
Il tombolo costiero si esaurisce al limite dell’arenile, tra i più integri e meglio conservati dell’intera costa toscana. Lungo il tratto di spiaggia di circa 2,3 km. antistante il padule viene condotta la rimozione manuale dei rifiuti portati dal mare mentre vengono mantenuti sulla spiaggia, con funzione antierosiva, il legname e le ‘banquettes’ di posidonia depositati durante le mareggiate. In questo ambiente selvatico nidifica il rarissimo Fratino charadrius alexandrinus, uno dei limicoli più minacciati del Mediterraneo.
Il tombolo costiero si esaurisce al limite dell’arenile, tra i più integri e meglio conservati dell’intera costa toscana. Lungo il tratto di spiaggia di circa 2,3 km. antistante il padule viene condotta la rimozione manuale dei rifiuti portati dal mare mentre vengono mantenuti sulla spiaggia, con funzione antierosiva, il legname e le ‘banquettes’ di posidonia depositati durante le mareggiate. In questo ambiente selvatico nidifica il rarissimo Fratino charadrius alexandrinus, uno dei limicoli più minacciati del Mediterraneo.